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«Nel dubbio, tira». È una frase che Matteo Coppo ama spesso ripetere, come se fosse un mantra. Un teorema che l’ala di lungo corso del Guerriero Padova ha riformulato in tesi, elevandone la dimostrazione all’ennesima potenza. Ma non è soltanto la scelta o il timing di tiro che stanno permettendo a “Cops” di vivere la stagione della consacrazione. Perché in quelle tre parole messe in croce c’è tutta la consapevolezza di un giocatore maturo che a quasi 28 anni si è scoperto leader e simbolo dell’UBP. Anche adesso che le cose iniziano a farsi difficili, Matteo è uno che “tira”, o per meglio dire che osa, sfidando la sorte responsabilmente. 

Dopo un girone d’andata perfetto, la sosta forzata ha riservato le prime difficoltà. Eravate consci che sarebbe potuto accadere?

«Prima o poi avremmo dovuto perdere. Non ci aspettavamo sicuramente di subire due sconfitte in tre gare, anche sei poi in realtà, riguardando come sono maturate, avremmo potuto vincere sia contro Murano che Bassano, a cui va comunque riconosciuto il merito di aver trasformato due triple ad alto coefficiente di difficoltà. Preferisco pensare siano state due sconfitte utili a farci capire dove dobbiamo migliorare».

Come si supera l’impasse negativa?

«Bisogna ritrovare l’abitudine a giocare. Anche a ottobre, quando iniziammo il campionato, non fu facile battere Jadran Trieste, Verona e Leoncino. Occorre riprendere il filo e recuperare il prima possibile “Benfa” e Stavla che possono garantirci più soluzioni e rotazioni. Non ci sono crisi da affrontare e non è necessario fasciarsi la testa».

Rispetto alle precedenti stagioni con Giuliano Calgaro, qual è la differenza più evidente che hai riscontrato con l’approdo in panchina di Fabio Volpato?

«La differenza sta nell’approccio: quello di Giuliano è più “emotivo”, mentre Fabio ne utilizza uno più ragionato e studiato. Fa parte dello stile adottato da ciascun allenatore, ma per un giocatore resta fondamentale in ogni caso comprendere cosa chiede il coach per dare il massimo quando entra in campo».

Quando qualche anno fa sei tornato a Padova, avresti mai immaginato di proseguire la tua carriera in questa maniera?

«L’obiettivo è sempre quello di giocare al livello più alto possibile e vincere. Ci tenevo ad andare avanti con l’UBP, dove negli ultimi anni siamo riusciti a creare un gruppo unito. Posso essere più che soddisfatto di quanto abbiamo fatto insieme a certi ragazzi. Speriamo di poterci togliere qualche altra soddisfazione».

Sei il recordman di “caps” con la maglia del Guerriero e con più di 700 punti all’attivo risulti il terzo miglior marcatore “all time” dell’UBP. In questa stagione stai segnando come non era mai capitato prima. Qual è il segreto di questi numeri?

«Non saprei dirlo, ma è la mia annata più prolifica e positiva. Sto giocando più liberamente con responsabilità e leadership. Credo di aver sviluppato una maggiore consapevolezza offensiva dopo l’annata in Serie B con coach Calgaro. Conta molto anche il fatto di sentirsi importante in un contesto di squadra».

Ora che sei entrato nell’età della maturità c’è un aspetto sul quale ritieni ancora di dover crescere?

«Direi che ho bisogno di lavorare sulla continuità nell’arco della partita. Vivo ancora di fiammate».

All’andata hai disputato una delle migliori partite di sempre a Montebelluna, stabilendo il tuo career high con 29 punti. Che sensazione hai provato quando hai visto il tabellino?

«Mi sono arrabbiato perché non ne avevo fatti 30 (ride, ndr). No, scherzo. È stata una super partita. Non mi ero reso conto di quanto stava succedendo, ho continuato a tirare e segnare. Soltanto alla fine, quando me l’hanno fatto notare, ho realizzato di aver prodotto qualcosa di notevole. Ciò che però mi importava veramente era vincere: la prestazione individuale passa sempre in secondo piano. Ero più felice di aver vinto, se avessimo perso non sarebbe certo stata la stessa cosa».

Da Montebelluna a Montegrotto: venendo al big match di domenica al PalaBerta, cosa dobbiamo aspettarci? 

«Penso sarà una sfida simile, ma ancora più difficile e tosta rispetto a quella d’andata. Montebelluna vanta sempre il miglior attacco del campionato e poi ha recuperato Boaro e inserito Nick Cazzolato che conosciamo molto bene. Noi siamo minati nel morale dalle due sconfitte, ma dovremo essere bravi a trarre forza da questa situazione».

(FOTO CREDIT UBP)

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